Renault sotto accusa per i motori difettosi: cosa c’è da sapere

Il marchio Renault è finito nel mirino di una tempesta legale per aver prodotto motori difettosi che equipaggiavano circa 400 mila veicoli venduti in tutta Europa tra il 2012 e il 2016. Un gruppo di clienti insoddisfatti ha deciso di presentare una denuncia penale presso il tribunale di Nanterre, accusando l’azienda di truffa aggravata, pratiche commerciali scorrette, frode e messa a rischio della sicurezza delle persone. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono le conseguenze per i consumatori.

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Quali sono i motori difettosi?

I motori incriminati sono i 1.2 benzina TCe e DIG-T, prodotti a Valladolid (Spagna) e Sunderland (Regno Unito) e montati su diversi modelli di Renault (Clio, Mégane, Kangoo ecc.), Dacia (Duster, Dokker, Lodgy), Nissan (Juke, Qashqai, Pulsar) e Mercedes (Citan). Secondo i querelanti, questi motori presentano un consumo eccessivo di olio e il rischio di guasti tra i 40 mila e i 60 mila chilometri percorsi, spesso in autostrada e a sorpresa dei conducenti. Il difetto sarebbe dovuto a una cattiva lubrificazione delle fasce elastiche dei pistoni che provoca un’usura prematura dei cilindri.

Come si è arrivati alla denuncia?

La denuncia è stata presentata da un’avvocato francese, Christophe Lèguevaques, che rappresenta al momento quasi 1.800 persone, ma che ne sta raccogliendo altre interessate a chiedere un risarcimento. L’avvocato sostiene che Renault avrebbe dovuto avviare un richiamo non appena venuto a conoscenza del problema, invece di limitarsi a offrire una garanzia estesa o una partecipazione alle spese di riparazione ai clienti che si sono lamentati. Inoltre, accusa l’azienda di aver nascosto la gravità del difetto e di aver messo in pericolo la sicurezza degli automobilisti.

Cosa rischia Renault?

Renault rischia una condanna penale che potrebbe comportare una multa salata e il risarcimento dei danni ai clienti coinvolti. Inoltre, potrebbe subire un danno d’immagine e una perdita di fiducia da parte dei consumatori.

Renault si è difesa sostenendo di aver garantito un supporto tecnico ed economico ai clienti e di aver rispettato le normative vigenti. Ha anche escluso qualsiasi rischio per la sicurezza dei veicoli e ha dichiarato di essere pronta a collaborare con la giustizia.

Cosa possono fare i consumatori?

I consumatori che possiedono uno dei veicoli equipaggiati con i motori difettosi possono verificare se il loro motore presenta un consumo anomalo di olio controllando regolarmente il livello dell’olio e segnalando eventuali anomalie al concessionario o all’assistenza Renault.

In caso di guasto o rottura del motore, possono rivolgersi al loro legale di fiducia o aderire alla class action avviata dall’avvocato Lèguevaques. Per farlo, devono allegare la documentazione richiesta (carta d’identità, libretto di circolazione, fatture di acquisto e di riparazione, ecc.). Il costo dell’adesione è di 50 euro, più una percentuale sul risarcimento ottenuto in caso di vittoria.

Quali sono le prospettive per il futuro?

La denuncia penale contro Renault è stata depositata il 7 giugno 2023 presso il tribunale di Nanterre. Ora spetterà ai pubblici ministeri decidere se aprire un’indagine formale e se rinviare a giudizio l’azienda. Il processo potrebbe durare diversi anni e avere esiti incerti.

Nel frattempo, Renault dovrà affrontare la concorrenza sempre più agguerrita dei produttori di veicoli elettrici e ibridi, che offrono soluzioni più ecologiche ed economiche ai consumatori. La casa francese ha già annunciato un piano di rilancio che prevede il taglio di 15 mila posti di lavoro nel mondo e il lancio di nuovi modelli elettrificati. Riuscirà a superare la crisi e a riconquistare la fiducia dei clienti? Solo il tempo lo dirà.

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