Cosa si intende per “chiave inglese regolabile” e quali modelli esistono

Solitamente, il termine “chiave inglese regolabile” si usa per indicare tutti gli strumenti che permettono a chi li usa di adattare la loro dimensione a quella dell’elemento di fissaggio su cui vengono usati. Si chiamano “regolabili”, proprio perché la distanza tra le ganasce può essere regolata.

Nella pratica, però, esistono tanti modelli diversi di chiave inglese regolabile, ognuno con le proprie caratteristiche, qualità e modalità d’uso.

In questo articolo ci allontaniamo da questo termine “generale” e vediamo nel dettaglio quali sono i tre principali tipi di chiave inglese che permettono all’utente di adattarle alle teste di dadi, bulloni e non solo!

chiave inglese regolabile

La vera chiave inglese regolabile

Il nome “chiave inglese regolabile” (ritratta nella fotografia sopra) si riferisce a uno strumento molto simile alla chiave inglese classica, con il manico di metallo lungo e piatto e un’estremità biforcuta con due ganasce, create per afferrare gli elementi di fissaggio e trasmettergli la torsione necessaria per serrarli o allentarli.

A differenza del modello classico, però, la chiave regolabile presenta un meccanismo centrale a forma di vite che, quando girato in un verso o nell’altro, permette di avvicinare o allontanare la ganascia inferiore da quella superiore, adattando così la chiave alle dimensioni del dado o del bullone su cui si desidera lavorare.

Di conseguenza, una sola chiave inglese regolabile può sostituire un intero set di chiavi standard ed è per questo che la si trova spesso nelle officine sia per lavorare sui telai, sia per gli elementi all’interno del cofano! Ma bisogna fare attenzione: il meccanismo a vite non è in grado di sopportare degli sforzi elevati e questa chiave deve essere usata con cura. Ad esempio, per serrare i cerchi di un’automobile, meglio affidarsi a una chiave a cricchetto con pochi denti.

La chiave svedese

In italiano, la chiave inglese si chiama così perché fu inventata nel 1842 dall’ingegnere britannico Richard Clyburn. Adesso, però, cambiamo paese e vediamo un altro strumento regolabile.

La chiave svedese venne brevettata nel 1888 in Svezia, da Johan Petter Johansson e ha mantenuto queste sue origini fino ad oggi all’interno del suo nome.

A vederla è decisamente diversa dallo strumento precedente: presenta una ganascia molto grande e robusta, simile a un becco (infatti, questo strumento viene chiamato anche “chiave a pappagallo”) e quelli che sembrano due manici lunghi.

In realtà, tra i due, solo quello superiore piatto è un vero e proprio manico. L’altro, seghettato e con sezione circolare, non è altro che una guida lungo la quale viene fatta scorrere la ganascia inferiore, per poi essere fissata con un piccolo bullone.

Questa chiave inglese (svedese) regolabile è molto più grande della precedente e decisamente più resistente: la lunghezza dei manici indica che può essere usata facendo molta leva e quindi sforzando l’elemento di serraggio. Inoltre, il “becco” è spesso seghettato in modo da garantire maggiore aderenza sulla testa di dadi, bulloni e anche tubi.

Il giratubi

Anche per questo modello di chiave inglese il nome è rivelatore: qui ci suggerisce il motivo per cui è stato inventato.

Il cosiddetto giratubi è di grandi dimensioni e viene utilizzato nello specifico per svolgere lavori idraulici, serrare e allentare tubi e altri elementi che compongono le tubature, ad esempio durante la ristrutturazione di bagni e cucine.

Sebbene vengano spesso confusi, c’è una grande differenza tra la chiave svedese e il giratubi. Come abbiamo visto in precedenza, la prima ha due manici. Al contrario, il giratubi ha un unico manico lungo nel quale viene inserita una struttura a L che svolge la funzione di ganascia inferiore mobile.

Questa ganascia viene fatta scivolare su e giù e poi fissata con un dado o un rullino.

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