Le assicurazioni devono pagare la riparazione delle auto danneggiate anche se il costo è superiore al loro valore

Ogni anno paghiamo centinaia di euro per assicurare la nostra auto non solo con la RCA obbligatoria ma qualche volta con la copertura totale dei danni, fiduciosi che l’assicurazione interverrà in caso di bisogno.

Purtroppo spesso la risposta dell’assicurazione a seguito di un incidente non è affatto soddisfacente, fanno di tutto per non pagare o pagare solo una parte dei danni.

Una delle controversie più comuni è il valore commerciale dell’auto. Se il costo di riparazione del danno supera il valore dell’automobile l’assicurazione ripaga solo fino a tale valore. Quindi se giri con una vecchia Clio del 2000 (e ce ne sono ancora tante in giro) ed un camion ti travolge ad un incrocio, l’assicurazione non ti ripagherà nulla perché il valore commerciale della vecchia Clio è pari a zero, anche se tutte le mattine ti ha portato regolarmente a lavoro.

Adesso le cose potrebbero cambiare con il recente parere della Cassazione, anche se tale sentenza non opera come forza di legge; si tratta di un precedente legislativo di cui le assicurazioni potranno tener conto per evitare controversie, o potranno ignorarla.

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La sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione ha emesso una clamorosa ordinanza che interviene a favore degli automobilisti e a sfavore delle compagnie assicurative che, in alcuni casi, costringono gli assicurati a rottamare il proprio veicolo in caso di incidente quando il costo delle riparazioni supera il valore commerciale della vettura.

La Cassazione ha chiarito che il danneggiato può avere serie ed apprezzabili ragioni per preferire la riparazione alla sostituzione del veicolo danneggiato (ad esempio, perché gli risulta più agevole la guida di un mezzo cui è abituato o perché vi sono difficoltà di reperirne uno con caratteristiche similari sul mercato o perché vuole sottrarsi ai tempi della ricerca di un veicolo equipollente e ai rischi di un usato che potrebbe rivelarsi non affidabile) e che una piena soddisfazione delle sue ragioni risarcitorie può comportare un costo anche notevolmente superiore a quello della sostituzione.

Il limite per il risarcimento individuato dai giudici è che non vi sia un aumento di valore del veicolo. Dunque, l’alta corte evidenzia il diritto dei conducenti a ottenere un risarcimento in caso di sinistro anche quando il costo degli interventi di riparazione supera il valore commerciale della vettura.

Riferimento: Sentenza n. 6699/2023 pubbl. il 28/04/2023 RG n. 33507/2020 Repert. n. 9838/2023 del 28/04/2023

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Le testimonianze degli automobilisti

Questa sentenza fa luce su un tema spinoso, che riguarda molti automobilisti che si sono trovati in situazioni simili. Ad esempio, Fabrizio M. ha raccontato a Quattroruote che la sua Renault Clio Sportour 1.2 del 2013, con poco più di 91 mila chilometri all’attivo, è stata travolta di notte, mentre era regolarmente parcheggiata, da un veicolo fuori controllo, riportando danni per 7.900 euro. A fronte dei quali, l’assicurazione offriva un risarcimento di 3 mila euro, portati poi a 3.600 dopo una breve trattativa, ma del tutto insufficienti per riportare in salute il mezzo. Il caso si è chiuso con la rottamazione della vettura sinistrata.

Un altro caso emblematico è quello di Giuseppe C., che ha visto la sua Fiat Panda 1.2 del 2008, con 120 mila chilometri percorsi, danneggiata da un altro veicolo mentre era parcheggiata. Il preventivo del carrozziere ammontava a 4.500 euro, mentre l’assicurazione proponeva un indennizzo di 2.500 euro. Giuseppe C. ha deciso di accettare l’offerta e di vendere la sua auto ad un privato per 500 euro.

Il mio punto di vista è che la mia auto non ha un mero valore commerciale, ma un valore utile: anche se l’auto è vecchia è regolarmente funzionante, mi porta a lavoro tutte le mattine, la uso nei viaggi di piacere, è un mezzo che mi aiuta nella vita quotidiana; quanto vale se la dovessi rivendere non ha nessuna importanza riguardo al valore che rappresenta per il mio nucleo familiare. Se dovesse essere incidentata la compagnia assicurativa non dovrebbe valutare il valore commerciale, ma il fatto che prima avevo un’automobile funzionante e dopo no.

Le critiche alle compagnie assicurative

Le compagnie assicurative sono state accusate di usare listini con valori commerciali dell’usato del tutto errati e sbilanciati al ribasso, basandosi su due riviste di settore che non tengono conto delle condizioni reali dei veicoli. Inoltre, sono state criticate per aver spinto gli assicurati a rottamare le proprie auto sostenendo l’antieconomicità delle riparazioni, senza considerare le esigenze e le preferenze dei clienti.

Secondo Federcarrozzieri, la federazione nazionale degli imprenditori della carrozzeria e dell’autoriparazione, la sentenza della Cassazione rivoluziona il settore delle autoriparazioni e tutela i diritti dei proprietari di auto. Solo nel 2022 sono state rottamate in Italia 1.051.994 autovetture, per ogni 100 nuove auto immatricolate ben 79 hanno subito una rottamazione, nonostante in molti casi le stesse vetture avrebbero potuto essere riparate e tornare a circolare in tutta sicurezza.

Conclusioni

La sentenza della Cassazione rappresenta una vittoria per gli automobilisti e una sconfitta per le compagnie assicurative che hanno imposto la rottamazione delle auto danneggiate anche quando il costo delle riparazioni superava il loro valore commerciale. Ora sarà finalmente l’automobilista a scegliere tra la riparazione dell’autovettura e la rottamazione, in base alle sue esigenze e alle sue ragioni risarcitorie.

Hai esperienze negative con le assicurazioni riguardo a questo argomento? Mi piacerebbe sentire la tua storia, usa i commenti, sono senza registrazione.

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